L’ipoacusia è da considerarsi una tra le più importanti cause di isolamento delle persone. Infatti, provoca una sorta di involuzione caratteriale che può sfociare nel rifiuto della comunicazione interpersonale.
La ricerca della soluzione deve coinvolgere tutte le figure professionali, mediche e non, al fine di ottenere il massimo risultato dalla protesizzazione acustica. Ogni interessato deve fornire il suo contributo, nel rispetto delle singole competenze.
Negli ultimi anni la tecnologia utilizzata per gli apparecchi acustici ha subito un radicale cambiamento, passando da una elaborazione del suono analogica ad una digitale. Una evoluzione significativa che ha fornito agli audioprotesisti nuovi stimoli e nuove soluzioni utili alla correzione uditiva. Il percorso di protesizzazione inizia dall’ipoacusico. La presa di coscienza del suo stato di handicap lo spinge a rivolgersi al medico per cercare una soluzione. Valutate tutte le eventuali patologie, e scartate le soluzioni farmacologiche o chirurgiche, lo specialista individua nella protesizzazione la terapia elettiva, consigliando al paziente di rivolgersi in un centro specializzato nell’applicazione protesica. Purtroppo in molti casi questo percorso non avviene. Permangono infatti nella nostra società ancora forti vincoli come stigma, pregiudizi, scarsa informazione sanitaria e poca conoscenza sui metodi e le professionalità a disposizione.
L’audioprotesista è l’operatore sanitario che in base alla legislazione vigente è titolato a scegliere, tarare, applicare e fornire l’ausilio acustico. Attraverso una serie di atti che implicano la piena responsabilità e la conseguente autonomia deve, senza imposizioni di sorta, fornire il miglior risultato possibile all’utente ipoacusico che prende in carico. In base ad un preciso protocollo, che comprende la somministrazione di prove e valutazioni protesiche, il professionista regola e applica gli ausili uditivi determinando gli accoppiamenti acustici e, avvalendosi delle più moderne ed evolute tecnologie, oggi soprattutto informatiche e digitali, soddisfa le realizzabili aspettative dell’ipoacusico.
La prestazione è finalizzata al miglioramento della qualità di vita e al ripristino delle condizioni di autonomia e autosufficienza del paziente. Nella prevista attività di counseling, l’audioprotesista segue e verifica la protesizzazione effettuata, con controlli pianificati fino al 48° mese ed oltre. Questa particolare attenzione nei confronti dell’utente e alla sua qualità di vita sono i riferimenti del Centro Sordità Mariuzzo.
L’apparecchio acustico, infatti, è solamente il mezzo attraverso cui si esprimono le conoscenze, l’esperienza, la cultura e la professionalità dell’operatore. Il rapporto tra l’Audioprotesista ed il paziente non si conclude con l’applicazione, ma inizia nel momento della protesizzazione stessa; non a caso è previsto che il professionista incontri il proprio assistito mediamente una volta al mese.
Le tecniche applicative, i software, le prove di valutazione e rieducazione sono alla base di una corretta rimediazione uditiva e sono costantemente aggiornate per garantire il miglior risultato possibile.
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